venerdì 21 dicembre 2012

Se questa non è sfiga...


...che cos'è!?

(Avere il volo alle 18:45 di domenica e guardare le temperature del giorno dopo. Questa invece è sicuramente disperazione!)

domenica 16 dicembre 2012

Lo dice anche easyjet


Lo dice anche easyjet: tra una settimana a quest'ora sarò in fila per il check-in all'aeroporto di Schönefeld per tornare a casa per le vacanze natalizie. 

Ora di domenica prossima avrò trascorso 96 giorni in questa città, di cui 54 contati secondo dopo secondo per l'attesa dell'ospite più desiderato e altri 35 aspettando questo spartiacque nell'esperienza di un erasmus, che risulta essere il Natale in Italia.

Ho una strana percezione del passare del tempo: il passare dei giorni non fluisce mai in modo uguale nelle mie percezioni. Nemmeno durante il giorno, se ci penso, riesco a dire se mi sembra che questi tre mesi passati qui siano volati via oppure se mi siano sembrati pesanti e lentissimi. Ovviamente dipende sempre dal bilanciamento del mio stato d'animo, che questa esperienza ha messo e sta mettendo a dura prova, e dal momento che sto vivendo. E' davvero qualcosa di strano, che non riesco a calcolare: le ombre di momenti tristi si mescolano alla gioia pura e alla gratitudine che provo quando penso a quello che ho, formando un disegno strano, di colori vivaci che non vedendo quanto allegri sono, parlano di malinconia.

Non so se riesco a spiegarmi. E' come se volessi tirare un po' le somme di questo mio primo periodo a Berlino, ma non ci riuscissi. Soffro quindi un po' di recentismo: vorrei avere una visione globale di questa tavolozza di colori ma sento che i fatti da cui voglio trarre il succo sono ancora troppo caldi, ancora nella mia pelle. Il tatuaggio deve asciugarsi perchè l'inchiostro nella pelle non sia più lucido e l'immagine risulti chiara. Sono continuamente risucchiata da considerazioni di parte, senza riuscire a sfumare le emozioni forti, bensì essendone completamente travolta nei pensieri e nelle conclusioni. O bianco o nero. 

Qui a Berlino sono più lunatica che mai. La mia risposta alla domanda che qualcuno mi farà,  - "come sono andati questi primi tre mesi?" - può dipendere da mille cose. Risponderò con un sorriso, sperando che negli occhi mi si legga tutto quello che non riesco a spiegare.

Un'esperienza grande come questa lascia poco spazio alla capacità di spiegare cosa e come si vive in Erasmus. Come lascia poco spazio al capire sè stessi, travolgendo molto con l'esperienza e poco con la riflessione. Diventa quindi molto difficile spiegare, e tanto meno a farsi capire dagli altri. Anche con sè stessi, anche se la domanda è la più semplice: "come va a Berlino?".

Spero che a questa domanda nei miei occhi si legga tutto. E si notino tutte quelle sfumature di colore latenti che io stessa non colgo nè nelle parole nè nei pensieri, facendo dei miei occhi specchio dei miei giorni berlinesi, nuovo mezzo per non tradire le proprie emozioni e ricordi attraverso la parola, troppo spesso portatrice di fraintendimenti.

Agogno questo ritorno ed al tempo stesso lo temo. Cosa mi aspetta?

Lo vedrò tra una settimana :)


Also, bis Sonntag!

mercoledì 5 dicembre 2012

Restare, sentirsi Marco Polo

Qualcosa dentro di me mi diceva che non potevo non veder crescere l'erba nei parchi di Berlino...

Ed eccovela qua la novità: vedrò la primavera ed una bella fetta di estate nella capitale tedesca, tornerò in Italia definitivamente non più a Febbraio, come prestabilito dalla borsa di studio, ma a Luglio, alla fine del Sommersemester.

Sentimenti diversi prendono il largo nel cuore delle persone che mi vogliono bene...

ed inevitabilmente, anche nel mio.

:)

venerdì 30 novembre 2012

...but those unheard are sweeter


Scusate l'assenza di post da ormai da un mese a questa parte.. Ma non è stata propriamente colpa mia.
Vorrei riportarvi una conversazione con Dakko (che oggi diventa ventenne: alles gute zum Geburstag!) da facebook che spiega abbastanza bene la mia situazione:

Rita Fabbri: questo mese ho avuto qui i miei, poi Albi, infine Maria Chiara ed Elena.
         D. C.: mai un'erasmus è stata tanto visitata!
Rita Fabbri: eh che ci vuoi fare!
         D. C.: ...
                  comunque voglio venire anche io.

Questo spiega abbastanza chiaramente il fascino che esercita su moroso, amici e parenti la sottoscritta.
O più semplicemente la curiosità che suscita la mia vita qui a Berlino tra la gente che mi conosce.
O più semplicemente l'idea di una bella vacanza in una bella città. (con la scusa di venirmi a trovare.)

Sì: questo mese sono stata invas.. eeehhmm visitata molto da molti spicchi della mia vita affettiva. 
A partire dai miei genitori, arrivati il primo di Novembre, shokati dalla chiccheria della classe business (da leggere come si scrive alla Natalino Balasso) della Lufthansa che nei primi giorni di un mese freddissimo offriva come snack fette di melone. Entrambi avrebbero voluto mangiare "tedesco" e nei tre giorni di permanenza abbiamo cenato prima al Messicano e poi all'Indiano. Ma in ogni caso questa è Berlino.. E il ristorante etnico è quasi più adatto di una cucina tedesca.                                                                              

(A proposito di fette di melone, dovrei aprire una piccola parentesi "influenze e deliri febbrili Erasmus a Berlino" ma penso ci dedicherò un intero post più avanti)


Ripartiti i coniugi Fabbri, arrivò Lui!


E mi dimenticai per un po' di essere studentessa, dandomi totalmente al turismo. Inutile spendere tante parole per un qualcosa che nei pensieri e nel cuore rimarrà sempre più dolce e reale che nei discorsi in cui si prova a descriverlo. Senza aggiungere una dose di gelosia per questi ricordi, che custodisco avidamente e racconto poco.


Ripartito Albi, giusto il tempo per riprendere fiato dal saluto melodrammatico all'aeroporto, (somigliante più o meno a questo) arrivarono le furie romagnole, Maria Chiara ed Elena, con cui ho trascorso una settimana alla scout: in tre nella mia cameretta accampate alla meno peggio, che tra piadine (vi ringrazio ancora ragazze!!) e risate a cuore leggero mi hanno portato un po' di sole e allontanato la nostalgia che ogni tanto ancora mi prende.

In tutto questi ospiti hanno reso il mio Novembre meno grigio, hanno reso il mese che detesto di più, un mese ricco; senza pensare mai a quanto bianco fosse il cielo certe mattine, mi hanno dato la possibilità di girare ancora Berlino con occhi da turista, camminando senza fretta e pregustandomi posti ancora inesplorati.

Nel giro di un mese mi sono trasformata in un'abile guida turistica per italiani destreggiandomi tra consigli per passeggiate se c'è il sole, musei fighi se c'è freddo, musei fuffe da evitare, cose da mangiare (per la maggior parte delle volte porcherie) e informazioni sulla u bahn e sugli autobus. A dire il vero all'inizio era un po' difficile spiegare le fermate della metro in quanto spesso hanno nomi impronunciabili ai non tedeschi come "Schlesisches Tor" o "franzoesiche Strasse"... 

Ma in ogni caso ora Novembre è finito, e inizia lentamente ad avvicinarsi l'apocalittico ritorno verso l'Italia per le vacanze natalizie...

E presto, spero, un gran bell'annuncio.

Stay tuned : )



domenica 11 novembre 2012

alienazione


Lana del Ray, non ho idea di chi tu sia e ignoro il modo in cui riesci a guadagnare il pane.

So solo che vederti ogni santo giorno sulle pareti di ogni santa stazione della ubahn da ormai due mesi attira su di te tutti i miei peggiori italici spergiuri. E ormai ti odio con tutto il mio cuore.

Cordiali saluti

una studentessa erasmus alienata dalla pubblicità nel metrò



giovedì 8 novembre 2012

Chiacchiere accademiche e sviolinate romantiche

"Studentato, mercato delle pulci, karaoke... sì, bello! Quante belle cose che fai Rita! Ma... "

Se ve lo state chiedendo, sì, che voi ci crediate o no, sì.

Vado anche a lezione. Liberi di non crederci. Ebbene sì, contro ogni aspettativa nata dal racconto dell'amica della figlia della parrucchiera di Salvatonica che ha sposato il cugino acquisito di vostra madre andato in Spagna quindici anni fa a dare quel maledetto esame di procedura penale, tornato con laurea in mano padroneggiando 5 lingue tra cui l'esperanto e un fegato da cirrosi epatica, anche gli Erasmus vanno a lezione. Eccome se ci vanno.

Se state leggendo questo blog puramente per avere informazioni turistiche su Berlino, se siete parte di quella schiera (molto folta a dire la verità) convinta che Erasmus=grattarsilapanzasbronzarsi&movida alldaylong, oppure matricole che sognano che questo non sia l'ultimo anno per le partenze erasmus per partire a non fare un tubo per un anno, questo non è il post che fa per voi.

Ma non andrò a spiegarvi generalmente come funzionano certi meccanismi accademici per gli Erasmus, perchè si trova tutto in internet spiegato tre volte meglio di come potrei farlo io. Vorrei solo spiegare brevemente il modo di insegnamento tedesco... A cui ci stiamo lentamente abituando. lentamente.

Certe cose possono essere capite appieno solo da studenti universitari. Certe tragedie solo da chi è passato per un Erasmus.

Si presuppone che uno studente erasmus voglia dare un numero dignitoso di esami, per non dover tornare a casa con la coda tra le gambe dopo aver dato un esame da tre crediti. Qui in Germania le lezioni si dividono principalmente in due modi, le Vorlesungen e i Seminar che hanno a loro volta diversi derivati. Ma principalmente quello che si intende per Vorlesung è la nostra tipica lezione ad un corso di laurea triennale; lezione frontale con professore davanti qualche centinaio di studenti, che parla, e parla e parla.. e se si è fortunati alla fine c'è spazio per le domande. Che puntualmente non vengono poste perchè nel frattempo della lezione sono tutti morti di noia. Qui questo tipo di lezione non rientra nel tipo di corso che dà un numero dignitoso di crediti per coprire qualsiasi esame italiano. Quindi, addio pennichella durante l'ora di Storia Moderna.

I Seminar sono quel tipo di lezione a cui io, studentessa appena del secondo anno di un corso di laurea triennale, non ero assolutamente pronta. Pochi partecipanti, al massimo una ventina, requisiti:

  • partecipazione attiva (attivissima direi!) 
  • preparazione di una presentazione da esporre davanti alla classe
  •  preparazione di un "research paper" di 15 pagine da consegnare alla fine del semestre
  •  contatto diretto con il professore (che per la prima volta riesco a vedere da qualche metro di distanza, senza l'aiuto del binocolo che avrei dovuto usare l'anno scorso in Rio Nuovo o a San Basilio.)

Non ci sono gli esami in questo tipo di corso, essendo richiesti molti lavori scritti e letture da fare di settimana in settimana per prepararsi alla nuova lezione. La partecipazione attiva è la cosa che preferisco, il momento che chiamo, citando la mia prof di italiano delle superiori, "La fiera delle banalità".

Il tutto inizia con un botto, la domanda - "Avete considerazioni?" - del professore. In quel momento chiunque può sparare la fesseria più grossa del mondo, dal ripetere alla lettera qualcosa appena detto dal professore oppure recitare a memoria Carducci o imitare la Carrà.

Va tutto bene, e per i professori sono tutte "grandi domande, interessanti, considerazioni accurate". Tutto questo all'inizio avveniva sotto gli occhi esterrefatti, o meglio nelle orecchie stupefatte mie e dei miei compagni di merenda erasmus. Ora non ci facciamo nemmeno più tanto caso, se non qualche momento in cui si vorrebbe lapidare il secchione di turno che alza la mano per dire la solita ovvietà rimescolando tutti i contenuti della lezione.

Lo so cosa stanno pensando alcuni: per la magistrale questo tipo di corso non è così strano.
Bè, per una che ha finito appena il primo anno di un corso di laurea triennale, lo è.

E' così che mi ritrovo catapultata in un sistema che mi era lontano, a cui mi sto lentamente abituando, come a mille altre cose a cui non faccio nemmeno conto.
Il mio cuore si sta piano piano affezionando a questo cambiamento...
Che cambiamento più non è, essendo ormai la mia normalità.

Nel frattempo il tempo passa, il freddo sta arrivando, e la settimana scorsa tre quinti di famiglia Fabbri era riunita in suolo tedesco, si spera a breve in qualche foto! E in arrivo tra tre giorni c'è un pezzo di estate che arriva e rimane per una settimana...

Sentirete al meteo di un anomalo innalzamento della temperatura.. Non stupitevi. E' tutto sotto controllo qui a Berlino.

(:





venerdì 26 ottobre 2012

Per non dimenticare una Berlino col sole


Lo vedete questo?

No, non é un revival di Woodstock versione tedesca, nemmeno un concerto di una qualche pop star che all´improvviso ha deciso di esibirsi in un parco a Berlino a mó di Beatles sul tetto della Apple. Non é un flash-mob, nemmeno un raduno degli adepti di Raël. E no, per davvero, nessuno di loro sta aspettando l`uscita dell´Iphone 5!

No, no, no! Nulla di cosí complicato.

Questo é una dei momenti della settimana a cui preferisco assistere da quando sono qui a Berlino: la domenica pomeriggio al Flohmarkt al Mauer Park. É quasi un must, non penso d´aver fatto altro nelle domeniche pomeriggio in cui sono stata qui. Svegliarsi tardi, rincoglioniti, mangiare in fretta e, notando uno degli ultimi soli caldi dell´anno, precipitarsi in u bahn con tutto il piano dello studentato.
Questa domenica é stata una meraviglia di sole (20 gradi) che nemmeno il piú oberato di studio ha potuto ignorare. Vedi la dichiarazione della mia coinquibagno Sara, che resistendo alla nostra insistenza per farla uscire, ribatteva "non posso davvero, domani ho una presentazione". Poi l´occhio le é scappato alla finestra.

Dopo un´ora era in canottiera con noi nella folla del Karaoke a strepitare per audaci soggetti che, senza paura alcuna, davanti ad una folla di qualche centinaio di persone, impugnano il microfono urlando frasi a caso con una melodia inventata su una base, diventano star osannate dal pubblico.

Altroché Beatles!

Alcuni di loro si cimentano in balletti, incitando le persone, che comodamente sedute sui gradoni, bevono birra e assecondano le smanie di protagonismo delle star per caso. Tutto questo con un impianto da due soldi, con un irlandese che conduce il tutto e si occupa di chiamare le persone che si sono messe in lista per umilars..ehm, cantare. Ma comunque alcuni di loro sono veramente bravi. Alcuni. Pochi.

E se il karaoke non soddisfa piú e le star piú divertenti (alle quali alle volte vengono dedicati fan club, tornando ogni domenica) sono andate via, si puó andare al mercato delle pulci, proprio dall´altra parte del prato, per scoprire cimeli usati molto preziosi.. ed economici.

Penso che il karaoke fatto in questo modo, cosí genuino, fatto dal niente, costruito dalla semplice voglia delle persone che lavorano e studiano di rilassarsi un po´ durante il finesettimana, sia una delle ultime cose che mi sarei mai aspettata di vedere in Germania. Se non in una capitale. Il tutto ha un´atmosfera paesana, rilassata, da fiera.. 

Ad ogni modo é una meraviglia di cui potremo godere ancora per poco. Oggi ci sono 7 gradi e le temperature stanno cominciando lentamente a scendere, e scendere e scendere..

L´unica cosa positiva é che probabilmente si avrá un motivo in piú per stare in casa a studiare.


forse.

domenica 14 ottobre 2012

Maledette deadlines!

Se quest’estate pensavo che la burocrazia erasmus per la partenza fosse insormontabile, dovevo veramente ancora arrivare a vedere come sarebbe stata quella per la permanenza. Carte, iscrizioni, cifre, orari d'ufficio, persone da rincorrere, corridoi in cui perdersi, test d'ingresso, ma soprattutto.. le deadlines

Proprio così: i termini d'iscrizione. Qui in erasmus il termine inglese deadlines si erge in tutto il suo pieno significato burocratico, nel senso che sai già cosa ti devi aspettare se non le rispetti: la morte

Ho sperimentato io stessa questo orrendo presentimento, quando venerdì mi sono alzata nella mia stanza in studentato qui a Lankwitz e già dalla luce del sole fuori già sentivo che c'era qualcosa fuori posto nell'ordine dell'universo.. Non ho realizzato cosa fosse finchè non sono arrivata in facoltà a Dahlem Dorf dopo mezz'ora di autobus, ed ho incontrato Federica, Federella, Federocca, (sì, è la stessa persona, ma essendo la prima volta che la cito volevo scrivere un po' di suoi soprannomi idioti, e non posso scriverli tutti purtroppo) la quale aveva appena finito il test d'ingresso per partecipare ai corsi di inglese.


"Cià Fede. Com'è andata?"
"Boh non so. Spero di non doverci litigare per farmi mettere almeno nel B1"
"Ah. Ma poi ce ne sono di altri test per frequentare inglese lingua, vero?"
"Penso il 15. Ma forse no."
"WTF &%$£&£%$%?!"

Ma non mi sono persa d'animo. Dopo aver preso mentalmente nota di autopunirmi per questa dimenticanza, ho scritto un totale di 14 mail ad ogni singolo professore di inglese, scrivendo la mia situazione, che consisteva in poche parole in un auto-compatimento del tipo "sono una povera idiota erasmus, per giunta italiana, non avevo visto che il deadline era.. blablabla" che mi hanno detto, con una mano davanti alla bocca e tossicchiando un po', essere una mossa che funziona quasi sempre.

Il passo successivo è un italico pianto disperato.

Ma per fortuna non sono arrivata a tanto... Il coordinatore di inglese riceve al martedì mattina, fortunamente. Si lascerà impietosire? 

Domani iniziano le lezioni. Speriamo che tutto sia in ordine nell'universo...preservo le lacrime di coccodrillo per una situazione di reale necessità, e spero non sarà dovuta ad una condanna a morte per mancata attinenza ad una spietata ed indomita deadline...



lunedì 8 ottobre 2012

Robba da tedeschi.. Ammazza 'e zozzeria!

E' ufficiale: devo rimanere qui in studentato almeno fino alla fine di novembre. Se consegno la disdetta con l'indirizzo di casa nuovo entro il 15 ottobre posso andarmene e chi s'è visto s'è visto. Così mi ha detto la signor(on)a Morhardt, l'amministratrice, con un languido sforzo di sembrare compassionevole nei confronti di chi è finito a vivere in un qualcosa che assomiglia vagamente ad un bed and breakfast misto ad un internazionale pollaio. Per quanto la lingua tedesca si presti ben poco alla compassione... Ha fatto sforzo doppio, l'ho apprezzato.
"Mi dispiace, ma per un prezzo così che cosa si aspettava?"
Non mi aspettavo tutto lo sporco che ho trovato..

Ma posso scommetterci, che sicuramente lo sporco non si aspettava me.

Già, è stato così che stasera sotto gli occhi esterrefatti dei miei compagni di piano, con cui condivido quello che fino a stasera non si poteva chiamare cucina ma che da ora lo è in piena regola, ho dato sfogo ad un raptus igienista che si celava in me da tutta una vita. E mi hanno vista come mai vedranno nessun altro italiano. Un'italiana disposta a tutto, anche a pulire da sola con smania omicida fino all'ultima macchia sudicia nell'ultimo angolo di muro. Un'italiana con gli occhi iniettati di sangue armata di detergenti fino ai denti. Un'italiana che se avesse potuto avrebbe passato il lanciafiamme e avrebbe ricomprato tutto di tasca sua da IKEA.

L'unica italiana del piano.
L'italiana che renderà la vita difficile a chiunque provi a risporcare la cucina e riportarla al suo stato d'origine.

Assì Frau Morhardt? Non posso andarmene? Genau.

Così mi avrete.

E dopo lo sterminio del sudiciume, mi sono preparata il mio primo piatto di pasta da quando sono qui. Mai mangiato un piatto di pasta così buono!

Crucchi e disordine come il maccherone:

"Maccarone, m'hai provocato e io ti distruggo adesso... io me te magno!"






mercoledì 26 settembre 2012

Tandem und WG Zimmer suchen!


Vorrei farvi partecipi dei discorsi da cena a casa Fabbri con padre a Cona ed io a Berlino, a cui con mio sommo dispiacere non posso ovviamente prendere parte:

Mamma: "Rita a Berlino non vuole stare più in studentato perché c'è un cinese pazzo che si aggira con riviste pornografiche, lasciandole in giro"
Giovanni: "Riviste pornografiche!? Cinesi o tedesche?"
Mamma: "Tedesche! Le cinesi non hanno tette!"

(riportato dalla pagina facebook di mio fratello Pietro)

L'unica impressione reale di questi ormai 7 giorni trascorsi in suolo tedesco, è che le giornate mi sembrano settimane perchè non ricordo d'esser mai riuscita a fare così tante cose in 24 ore come le sto facendo qui ora. Alla sera faccio fatica a mettere in fila i ricordi, chi ho visto dove sono andata cos'ho fatto... E quante cose devo fare ancora! Per esempio trovare un tandem, e buttarmi nelle figure barbine linguistiche più cieche che io abbia mai fatto; il tempo trascorre e sto frequentando solo italiani (che adoro! ma che hanno un piccolo difetto: non parlano tedesco).

In più sono alla ricerca di un appartamento per fuggire dalla morte sociale dello studentato.

E sì, anche dal cinese pazzo.




domenica 23 settembre 2012

Impattare in acqua fredda


Vai in Erasmus, sarà grandioso! Non ti dovrai preoccupare di nulla, se non di studiare e dare gli esami. Sarà una passeggiata, quasi una vacanza perché gli esami per gli erasmus, si sa, li fanno sempre un po’ più facili… E poi, se ti affidi all’università perché ti cerchi uno studentato in cui dormire, vai sul sicuro, là gli Studentwohnheim sono una meraviglia, perché al nord c’è di più la cultura dell’ostello, vedrai! E se proprio vuoi fare il grosso, puoi sempre cercare casa. E’ così facile trovare  a Berlino, è così una grande città! Per non parlare poi delle segreterie studenti, essendo tedeschi saran sempre disponibili, con orari ampi ed accessibili. La mancanza di casa ti passa in fretta… Dopo quattro giorni ti senti già integrato. Sì insomma, proprio una vacanza, cosa vuoi di più!

 Cit. Chiunque non sia stato in Erasmus a Berlino

 La Rita in questi intensi e di conseguenza lunghi giorni ha imparato che:

·         Non è sempre detto che, prendendo un autobus in una determinata strada, il gemello che va nella direzione opposta sia nella stessa strada, nell’altra corsia. Questo soprattutto non è carino se la polla che non capisce che deve fare 100 metri per arrivare in una strada parallela per prendere lo stesso numero di autobus, ma nella direzione opposta ,sta tornando di prima mattina dal Tresor.
·         Sarebbe buona abitudine controllare quanti soldi si hanno in saccoccia prima di fare la sbocciona e comprare SIM e chiavetta internet tedesca alla Vodafone in Kuerfustendamm, per poi arrivare alla cassa, rendersi conto con orrore di non aver abbastanza schei e dover spiegare in tedesco quanto si è barboni a 20 anni (in Erasmus, per giunta)
·         Non è vero che i berlinesi sono tutti musoni
·         E’ vero però che si vestono da schifo
·         Gli americani sono un rimedio efficace contro la depressione
·         Soprattutto se, sbagliando, si finisce ad una messa luterana in una chiesa americana in cui il prete suona la chitarra e, alla fine di un battesimo accompagnato da mami in abiti sgargianti che cantano e battono le mani, la famiglia offre da mangiare a tutti
 ·         Noi italiani abbiamo una naturale calamita che ci spinge verso gli altri italiani, se siamo all’estero

 Chissà quali altre avventure ci aspettano alla Freie Universität Berlin…

martedì 18 settembre 2012

Sei mesi "in una scoreggia"

Valigia a 23 kg spaccati - fatta 
Bagaglio a mano 8 kg - fatto 
Saluto al papà - amici - nonni - fatto 
Check-in online - emesso e stampato 
Documenti erasmus importanti - stampati 
Il mio amore immenso - impacchettato 

Eppure mi sembra manchi qualcosa... Ah sì.
Devo aver ficcato da qualche parte un po' di coraggio..  E dovrei prendere a presto un po' di faccia tosta e autoironia, ne sono rimasta a corto. Per tutte le gaffe linguistiche che mi aspettano! Vorrei dare a questo blog, nato soprattutto per me, ma anche per chi mi vuole seguire nella teutonica avventura, uno stampo di cronaca divertente, per cui non darò troppo sfogo al mio spirito irrimediabilmente volto alla melodrammaticità; piuttosto cercherò di rendere divertenti figure barbine che sarò naturalmente portata a compiere verso i malcapitati tedeschi che incroceranno il mio cammino. Probabilmente per non farle apparire così terribilmente imbarazzanti come saranno.
Tremo ma rido già al pensiero.
Forse è più un tremare.

«Non è un momento facile. Ci sono tante cose da affrontare, piccole e grandi, come andarsene da una persona che si ha appena imparato ad amare o pregare perchè un'altra amata da sempre non se ne vada così all'improvviso.  Fare la valigia e desiderare di lasciare fuori tutti i timori... Per tuffarsi a cuore bianco in una Berlino di colori. Sarebbe bello!»
Tuttavia come un saggio amico con saggia e sana filosofia da bar mi ha detto stasera, sei mesi cosa potranno mai essere?

Vanno via "come una scoreggia".

Io non aggiungerei altro, se non augurare a me stessa un buon viaggio...
E a chi mi legge un buon inizio di lettura!

domenica 22 luglio 2012

Viaggiare partire viaggiare viaggiare partire


Inizio questo blog oggi, e vorrei scrivere per intero tutto il testo di questa canzone di Jovanotti: tutta, lunghissima, piena di frasi che leniscono l'anima.

Ma mi sembrerebbe un inizio troppo brenso.
Non so se mi spiego.

Inizio questo blog oggi perchè mi sembra ora di farlo, perchè mancano 60 giorni spaccati alla partenza, e da qualche parte di questo universo sento il bisogno di raccogliere i miei pensieri riguardo a questa colossale partenza. Sì, dico colossale, dato che da settimane una conversazione media con un qualsiasi malcapitato conoscente incrociato per strada si svolge nel seguente modo: 

Conoscente: Ciao Rita!
Rita: Ciao Conoscente!
Conoscente: Allora, come stai? Come va a Venezia?
Rita: Eh, bene, ma mica per tanto ancora!
Conoscente: Ah, come? Molli già l'Università?
Rita: (con falsissima modestia) No, a settembre... Vado in erasmus a Berlino!
etc etc etc

(E il copione potrebbe continuare per un bel po', ma dopo vi direi troppe cose. Dopodichè il tutto perderebbe quel po' di gusto avvincente contenuto nelle scarse premesse di questo post.)

Ecco, tu che leggi, se ti sei riconosciuto in questo piccolo copione, probabilmente sei nel posto giusto, e forse ti interesserà anche continuare a scorrere i vari post che seguiranno.
Se invece non ti sei riconosciuto, pazienza! Prendila senza impegno e continua a leggere lo stesso, e al massimo ci mettiamo d'accordo per inscenare l'incontro così da poterti far rientrare nel gruppo uno.

Se invece non ti interessa un fico secco, forse sei qui per leggere di un'esperienza erasmus a Berlino.
Ed è l'opzione più logica e meno scoppiata tra quelle proposte. 

Ergo, ecco il mio blog, che vi presento con le radici nel cuore e i rami nell'altrove.

Se avete la pazienza di seguirmi per i prossimi sei mesi, celati tra le variopinte ragnatele del mio cervello, vi mostrerò il mio Erasmus.

E quella che spero diventerà la mia Berlino.

-60 Tage vor Abflug.