venerdì 21 dicembre 2012

Se questa non è sfiga...


...che cos'è!?

(Avere il volo alle 18:45 di domenica e guardare le temperature del giorno dopo. Questa invece è sicuramente disperazione!)

domenica 16 dicembre 2012

Lo dice anche easyjet


Lo dice anche easyjet: tra una settimana a quest'ora sarò in fila per il check-in all'aeroporto di Schönefeld per tornare a casa per le vacanze natalizie. 

Ora di domenica prossima avrò trascorso 96 giorni in questa città, di cui 54 contati secondo dopo secondo per l'attesa dell'ospite più desiderato e altri 35 aspettando questo spartiacque nell'esperienza di un erasmus, che risulta essere il Natale in Italia.

Ho una strana percezione del passare del tempo: il passare dei giorni non fluisce mai in modo uguale nelle mie percezioni. Nemmeno durante il giorno, se ci penso, riesco a dire se mi sembra che questi tre mesi passati qui siano volati via oppure se mi siano sembrati pesanti e lentissimi. Ovviamente dipende sempre dal bilanciamento del mio stato d'animo, che questa esperienza ha messo e sta mettendo a dura prova, e dal momento che sto vivendo. E' davvero qualcosa di strano, che non riesco a calcolare: le ombre di momenti tristi si mescolano alla gioia pura e alla gratitudine che provo quando penso a quello che ho, formando un disegno strano, di colori vivaci che non vedendo quanto allegri sono, parlano di malinconia.

Non so se riesco a spiegarmi. E' come se volessi tirare un po' le somme di questo mio primo periodo a Berlino, ma non ci riuscissi. Soffro quindi un po' di recentismo: vorrei avere una visione globale di questa tavolozza di colori ma sento che i fatti da cui voglio trarre il succo sono ancora troppo caldi, ancora nella mia pelle. Il tatuaggio deve asciugarsi perchè l'inchiostro nella pelle non sia più lucido e l'immagine risulti chiara. Sono continuamente risucchiata da considerazioni di parte, senza riuscire a sfumare le emozioni forti, bensì essendone completamente travolta nei pensieri e nelle conclusioni. O bianco o nero. 

Qui a Berlino sono più lunatica che mai. La mia risposta alla domanda che qualcuno mi farà,  - "come sono andati questi primi tre mesi?" - può dipendere da mille cose. Risponderò con un sorriso, sperando che negli occhi mi si legga tutto quello che non riesco a spiegare.

Un'esperienza grande come questa lascia poco spazio alla capacità di spiegare cosa e come si vive in Erasmus. Come lascia poco spazio al capire sè stessi, travolgendo molto con l'esperienza e poco con la riflessione. Diventa quindi molto difficile spiegare, e tanto meno a farsi capire dagli altri. Anche con sè stessi, anche se la domanda è la più semplice: "come va a Berlino?".

Spero che a questa domanda nei miei occhi si legga tutto. E si notino tutte quelle sfumature di colore latenti che io stessa non colgo nè nelle parole nè nei pensieri, facendo dei miei occhi specchio dei miei giorni berlinesi, nuovo mezzo per non tradire le proprie emozioni e ricordi attraverso la parola, troppo spesso portatrice di fraintendimenti.

Agogno questo ritorno ed al tempo stesso lo temo. Cosa mi aspetta?

Lo vedrò tra una settimana :)


Also, bis Sonntag!

mercoledì 5 dicembre 2012

Restare, sentirsi Marco Polo

Qualcosa dentro di me mi diceva che non potevo non veder crescere l'erba nei parchi di Berlino...

Ed eccovela qua la novità: vedrò la primavera ed una bella fetta di estate nella capitale tedesca, tornerò in Italia definitivamente non più a Febbraio, come prestabilito dalla borsa di studio, ma a Luglio, alla fine del Sommersemester.

Sentimenti diversi prendono il largo nel cuore delle persone che mi vogliono bene...

ed inevitabilmente, anche nel mio.

:)