venerdì 5 luglio 2013

Moti apparenti e ritorni reali

Il punto d'arrivo ed il punto di ritorno non esistono più dopo Berlino.

Sento qualcosa che prude sotto la suola delle scarpe, mi fa ballare, brucia le palme dei piedi.
Il suolo è la mia carne e la pelle che mi ricopre è la polvere del mondo; in movimento, qualcosa che balla al vento. Che arriva dappertutto, che arde, che brucia il bianco degli occhi.
Ogni passo non è un passo ma il dondolarsi della terra con me.
Un cullarsi insieme, uno splendido twist come quando camminando nel bagnasciuga al mare sai che dal pelo dell'acqua in giù tecnicamente sei già mare; i centimetri di te che immergi non ti appartengono, sono sposati all'acqua e dall'acqua appassionatamente avvolti. 
Sei mare e danzi con lui: hai illusione di decidere i tuoi spostamenti, ma è lui che conduce. 
Così è la mia pelle, la polvere, la carne e le mie radici che raggiungono il centro della terra. Radici abbastanza lunghe ormai per girarla tutta senza che si stacchino mai. 
Devo muovermi e spostarmi, queste radici mi accompagnano nelle stagioni che verranno in un moto apparente di cui non sono padrona!

La mia casa è la tua casa.
Dov'è la mia casa?
Ragazzi, non avreste saputo farmi una domanda più difficile.

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