giovedì 9 maggio 2013

Un giorno senza luce ormai.

Potrebbe anche essere che stia ascoltando questo tipo di musica.

Potrebbe essere anche che oggi non sono uscita, che la luce fuori accompagni la musica a me come per andare all'altare; potrebbe essere la polvere sul pavimento, la mia scrivania in preciso disordine, i libri dormienti, la mia pigrizia che langue sotto le unghie smaltate della mia mano destra.

La matita tra le righe stampate in nero su quella Bibbia di diritto privato, un leggero fruscìo che riga l'aria ferma nella stanza a finestre chiuse, che fuori tira vento.

Progetti, discorsi sul futuro, passeggiate intorno al tappetino chè ormai ha il solco dei miei talloni. La paura del vuoto, questa musica che va da qualche ora a riempire domande che forse era meglio non farsi mai. Connessioni: due cervelli che fumano come incensi, mille parole e braccia che stringono ad arginare incertezze. I tuoi piedi, che sbucano calmi dal margine dello schermo. Sapere che quei piedi sono i tuoi, la mia consolazione!
Non ci si dà mai pace, e sembra che oggi non si abbia fatto niente: ebbene l'aria trasuda pensiero.

Un giorno fermo, un giorno senza luce orma-a-ai.

Sì: devo comprare i biglietti per il ritorno, e mai avrei pensato che sarebbe stato così difficile.

2 commenti:

  1. Buon ritorno piccola Rita:) ti aspettano lunghe giornate di sole estense!

    RispondiElimina